Il curioso caso della JPG pagata 70 milioni di dollari
Questo è CryptoPunk #7804. Lo puoi scaricare. Lo puoi stampare. Lo puoi modificare e inviare a chi ti pare. L’11 marzo 2021 è stato comprato per $7,584,485.82. Fa parte di 10.000 CryptoPunk creati nel 2017 da Larva Labs, una software house che sviluppa videogiochi per smartphone a cui nessuno ha mai giocato.
Una cifra del genere siamo abituati, oggi, a vederla pagata a persone che ricevono immense quantità di denaro per lavori incomprensibilmente immediati e semplici, come Bansky o il tuo caldaista — ma non l’abbiamo mai vista per un file digitale.
Questo perché i CryptoPunk sono stati coniati nella blockchain di Ethereum, una criptomoneta che a differenza dei più famosi Bitcoin permette anche la creazione di smart contract. E questi contratti ti permettono di possedere o vendere digitalmente qualcosa rendendolo non-fungibile, ovvero unico: una illustrazione, una poesia scritta, un video, una canzone, una gif animata di Salvini. Queste opere potranno pure essere copiate e condivise milioni di volte sul web, ma se le acquisti la blockchain ti vedrà e ti riconoscerà come l’unico proprietario. Non stai acquistando i diritti di utilizzo, l’artista manterrà per sempre il copyright sulla sua creazione e non potrai impedire a nessuno di esporre l’opera; tutto quello che stai comprando è la possibilità di legare il tuo nome all’opera stessa in uno spazio esclusivamente digitale.
Si chiamano NFT, non-fungible token, e sono l’utopia concretizzata di ciò che l’uomo cerca di realizzare da migliaia di anni: avvicinarsi il più possibile alla salvifica sensazione di un cane che piscia per affermare il confine dei propri territori.